La pittura del Quattrocento a Napoli 1400-1458. Da Ladislao d'Angiò-Durazzo ad Alfonso d'Aragona. Ediz. illustrata
La storia, per molti versi ancora sconosciuta, di un'altra Italia e di un altro Rinascimento rispetto al modello egemone e caratterizzante di quello toscano e centro italiano, sin da Vasari visto ed esaltato come la necessaria premessa alla perfezione della maniera moderna, di Raffaello e di Michelangelo. Un'altra Italia non solo sotto il profilo culturale, ma anche politico, distinta dai comuni e le signorie del resto della penisola dall'essere intanto un Regno, l'unico Regno d'Italia, e poi dal fatto d'essere retta da una dinastia dapprima franco-provenzale, gli Angiò, e poi iberica, gli Aragona, e d'essere dunque parte integrante, nell'uno e nell'altro caso, d'un più vasto dominio d'ampiezza mediterranea ed europea. Questa dimensione politica e culturale più europea che italiana e questa natura mediterranea e prevalentemente marittima delle rotte culturali sono particolarmente evidenti - più ancora che non negli aspetti linguistici o letterari - proprio nella produzione figurativa, e in particolar modo nella pittura del primo sessantennio del secolo, cui è dedicato il primo dei due volumi di un'opera che ambisce a fornire un quadro nuovo, aggiornato ed esauriente della produzione dell'intero secolo. [Pierluigi Leone de Castris]