Sinestesie e monoestesie. Prospettive a confronto
Nei discorsi di tutti i giorni una voce può diventare calda o fredda, un odore viene spesso ritenuto pungente e un colore può essere squillante come evocasse l'effetto di un campanello. Nella filosofia e nella letteratura di tutti i tempi, poi, si trovano simili attestazioni di interferenza percettiva: basti ricordare che fu Aristotele ad evidenziare le caratteristiche di un suono chiaro e Dante Alighieri a descrivere il sole tacere. Il significato all'interno di questo genere di connessioni verbali intersensoriali, o sinestesie, sembra a volte sconfinare nel non sense. Per questo non è semplice spiegare come sia possibile che la nostra mente le elabori e le comprenda. Come mostrano i contributi di questo volume, solo alcuni paradigmi cognitivi e pragmatici della linguistica, della semiotica e di altre discipline sono in grado di fornire una serie di modelli esplicativi adeguati. Attraverso l'analisi di esempi tratti da testi, epoche e lingue diverse e tramite l'esame di una serie di dati sperimentali, gli autori delineano i confini culturali e le regolarità linguistiche del fenomeno. Il risultato è una sorta di grammatica della sinestesia, che fra versi, slogan e modi di dire aiuta il lettore a rivisitare la straordinaria capacità conoscitiva delle mappe concettuali e la potenza comunicativa delle strategie retoriche.
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