Fare ed essere terapeuta. Dubbi e domande nella conduzione della psicoterapia relazionale
Essere uno psicoterapeuta prevede una stabile identità, conoscenza approfondita di sé, ma anche dei propri limiti. Inoltre, la competenza, l'adeguatezza nel gestire le proprie emozioni, ma anche la capacità di lavorare su eventuali errori. Negli specializzandi in psicoterapia della famiglia verso la fine del percorso, compare spesso un'apprensione di fronte all'inizio della professione: il timore di non disporre di adeguati strumenti, soprattutto "pratici", atti a gestire la terapia. In realtà ogni terapia è un viaggio e, di fatto, un'esplorazione dell'ignoto. Nella prima parte del libro si richiamano le possibili connessioni tra scelta della psicoterapia e famiglia d'origine del futuro terapeuta. Poi si rilevano, in terapia, i possibili "inciampi", per gioventù o inesperienza. Nella seconda parte si accolgono le incertezze dei neoterapeuti, quando pongono al proprio trainer domande, in apparenza ingenue, del tipo: "Cosa fare quando un membro della famiglia riesce a comunicare al terapeuta "segreti molto riservati?". Venti quesiti, quanto mai ricorrenti, a cui di solito il maestro non fornisce la risposta, ma semmai dà uno stimolo perché il "discepolo" trovi la soluzione dentro di sé. Qui, per ogni domanda, si apre un dibattito, si presentano degli esempi e si prospetta anche qualche ipotesi di soluzione.
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