Febbre d'azzardo. Antropologia di una presunta malattia
Malati d'azzardo: siamo di fronte a tipi umani con peculiari caratteristiche biologiche e psicopatologiche, come sostiene la biomedicina occidentale, o ad entità fittizie, frutti degeneri del capitalismo funzionali all'imponente business del gioco, come sottolinea una certa critica sociologica? Il saggio si propone di problematizzare la figura del giocatore patologico, sottraendola sia alla sua naturalizzazione, sia agli approcci riduzionisti che tendono a considerarla una mera espressione delle contraddizioni della società dei consumi, per stimolarne una rappresentazione più complessa e articolata: basti pensare alla presenza di ludopatie in epoche preindustriali o in popolazioni indigene precoloniali e, nel contempo, alla loro assenza in diverse aree del pianeta. L'affermazione della realtà fenomenica dei malati d'azzardo non può eludere il compito di oltrepassare l'attuale cortina della medicalizzazione della vita per promuovere una visione multidisciplinare, dove l'analisi antropologica e la ricerca etnografica possano dare un contributo significativo teso ad evidenziare la natura sociale, contestuale e simbolica di questa presunta malattia.
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