La parola non trovata. Mente, corpo, istituzione
Colui che ha un disagio psicosomatico si racconta cambiando continuamente linguaggio: partendo da una modalità simbolica, arriva ad una forma narrativa e concreta per giungere a modalità comunicative di tipo presimbolico, gestuale e mimico-facciale. Come può l'analista stabilire un contatto con quei modelli primitivi di funzionamento della mente ai quali spesso o esclusivamente il paziente fa riferimento? In psicopatologia, le cause più remote del disagio psichico sono legate non soltanto ad accadimenti che hanno determinato i disordini mentali, ma anche a non-accadimenti, cioè a ciò che non è accaduto, ad assenze ed a "vuoti" che non hanno mai avuto la possibilità di essere verbalizzati. Il testo intende offrire un'analisi sia semeiologica sia, allo stesso tempo, interpretativa di ciò che l'individuo cerca dentro di sé nella colorazione affettiva, talvolta solo in bianco e nero, con la quale è in grado di raffigurare la trama del proprio ordito mentale. Lo strumento psicoanalitico viene allora utilizzato come codice di lettura di un mondo interno, per lo più non trovato, ma che si cerca di individuare e riconoscere come il motore di tutto l'impianto strutturale e storico dell'organizzazione psicosomatica che nel tempo si è prodotta. Un libro sul disagio somatopsichico che pone alla base la consapevolezza che il problema mente-corpo non può essere ingabbiato in una logica binaria, ma necessita di una visione multiculturale, che prenda in esame tutte le sfumature esistenti.