Mediare tra culture. Il ruolo del mediatore interculturale tra inclusione sociale e promozione delle diversità

Mediare tra culture. Il ruolo del mediatore interculturale tra inclusione sociale e promozione delle diversità

L'approccio multiculturale, che intendeva porre ogni cultura sullo stesso piano, è diventato ben presto una ideologia che ha comportato la separatezza delle minoranze all'interno di una società frammentata. Non è sufficiente riconoscere pari dignità se poi l'indifferenza relazionale tra chi è concretamente obbligato a vivere a stretto contatto dà origine a sentimenti ostili e di paura per la propria incolumità personale e identità culturale. Oggi la cultura, come in passato la natura, rischia di chiudere a priori i gruppi e gli individui sulla base della loro origine e di una genealogia intesa come immutabile e fissa. Occorre un nuovo contratto sociale basato su una dialettica in cui la diversità tra rappresentazioni, valori e libertà di comportamento sia in relazione fra le diverse culture presenti: è l'approccio interculturale. In tale contesto, la mediazione interculturale assume un ruolo fondamentale per migliorare la comunicazione, facilitare l'accessibilità ai servizi, risolvere i conflitti, provocare cambiamenti negli operatori pubblici e nelle pratiche burocratiche. Il volume dà conto di un'indagine qualitativa su giovani di seconda generazione, per cogliere gli sviluppi propri dell'intercultura, e della visione dei mediatori interculturali, come operatori di dialogo tra culture. La complessità del percorso di integrazione richiederà sempre più interventi coordinati in futuro, che tengano conto delle diverse esigenze in un'ottica di lungo periodo per evitare che si creino sacche di emarginazione e risentimento: in questo quadro il mediatore interculturale si configura come "esperto in integrazione" e va collocato al centro degli interventi diretti ai migranti, non alla loro periferia.
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