Libere associazioni?
Le "libere associazioni" costituiscono il terreno privilegiato della pratica analitica. Il "dica tutto ciò che le viene in mente" è, in qualche modo, sinonimo del procedimento psicoanalitico stesso. Ma quali sono le sue origini, le questioni che ne hanno segnato la nascita, i problemi che lo psicoanalista incontra in quella che dovrebbe essere una consuetudine a volte agevole, a volte impossibile a realizzarsi? Come pensare la pratica analitica là dove nessun discorso si mette in moto, fino alla situazione in cui solo un silenzio ostile e terrorizzato dallo scioglimento delle costruzioni identitarie si oppone al lavoro psichico? Come fare in modo che l'associatività psichica possa costituirsi là dove essa difetta, dove il primato del principio di piacere è messo in scacco e la stessa matrice narrativa è lacunosa o impossibilitata a realizzarsi? Come associare là dove il rischio sarebbe quello di reincontrare, in questo girovagare, il "gruppo psichico" scisso che si voleva ad ogni costo isolare, pena la catastrofe? I saggi qui raccolti ricostruiscono lo scenario storico, teorico e clinico del concetto e del fenomeno delle libere associazioni, fornendo elementi di riflessione rilevanti per ripensare ciò che ci appare in genere come "troppo noto".
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