La politica monetaria italiana fra le due guerre (1918-1943)

La politica monetaria italiana fra le due guerre (1918-1943)

Questo studio sulla politica monetaria italiana fra le due guerre mondiali si è posto più obiettivi: leggere la politica monetaria, sia alla luce della politica fiscale che la egemonizzò a lungo, sia in dipendenza delle scelte politiche che la utilizzarono come strumento; contribuire alla conoscenza della cultura economica delle élite politiche e indagare la contrapposizione degli interessi rappresentati attraverso l'analisi del dibattito parlamentare. Negli oltre due decenni che videro la crisi dello Stato liberale, l'avvento, il consolidarsi e il crollo del fascismo giocarono pienamente il loro ruolo gli aspetti politici e sociali, ma furono anche determinanti le scelte di politica economica e finanziaria. Le tensioni fra le classi sociali prodotte dalla guerra e dal suo finanziamento tramite l'inflazione e il debito pubblico impressero alla cosiddetta "rivoluzione fascista" anche l'aspetto della rivolta fiscale di una borghesia che si sentiva, a torto, tartassata e impoverita. In effetti, all'avvento del fascismo, il risanamento finanziario del paese e l'uscita dalla crisi di riconversione erano già un fatto compiuto. Gli errori della politica del regime nella gestione della moneta, spesso dettati, a partire dalla seconda metà degli anni Venti, da una malintesa questione di prestigio politico, vanno poi principalmente ricondotti, negli anni Trenta, alle scelte belliciste e imperialiste del regime.
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