A chi serve il sindacato? I bisogni, le richieste e le apettative dei lavoratori nella società che si trasforma
Il sindacato sta vivendo un ripensamento generale del suo ruolo e della sua funzione nella società italiana. Si tratti - o meno - di un'istituzione delegittimata, come emerge dalla narrazione della crisi o del declino della sua rappresentatività descritta in diversi studi e ricerche recenti, è certo che alla riflessione non può sfuggire che il nodo fondamentale riguarda il cambiamento che attraversa i soggetti lavorativi e, di conseguenza, le modalità della rappresentanza dei loro interessi sociali. L'argomentazione di fondo è quanto il sindacato sia oggi capace di intercettare e di tutelare gli interessi del mondo del lavoro - inclusi quelli dei nuovi lavori e dei potenziali lavoratori - ed anche di stimolare un più ampio processo di sviluppo economico e di rinnovamento politico e sociale di cui molto si avverte il bisogno nel nostro Paese. In discussione però non è tanto, o meglio non soltanto, la tradizionale difesa dei diritti di cittadinanza e la loro estensione a fasce rimaste sinora scoperte, quanto i cambiamenti, anche di ordine culturale, che investono il rapporto tra i lavoratori e il modello di rappresentanza sindacale.
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