La psichiatria di comunità tra scienza e soggettività. Linee di pratica clinica nei servizi di salute mentale

La psichiatria di comunità tra scienza e soggettività. Linee di pratica clinica nei servizi di salute mentale

La psichiatria si è sempre dibattuta tra la necessità di trovare una validazione scientifica - che la facesse entrare di diritto tra le attività specialistiche - e l'altrettanto pressante bisogno di valorizzare la dimensione della soggettività, rappresentata dalle caratteristiche uniche dell'incontro con il paziente, dalla relazione che si stabilisce con lui e dalla sua esperienza con la malattia mentale. Dalla medicina ippocratica a quella positivistica, fino alla prospettiva fenomenologica e psicoanalitica, questa disciplina ha cercato ripetutamente di risolvere la contraddizione tra il bisogno di adottare linee di pratica clinica di provata efficacia, che forniscano parametri oggettivi sui quali orientare il lavoro, e la necessità di incorporare i principi del recovery nei servizi proposti, con particolare riferimento all'individualizzazione del trattamento e agli esiti percepiti dal paziente. Negli ultimi anni, le neuroscienze hanno cercato di conciliare la corrispondenza tra alterazione cerebrale, malattia mentale e dimensione psichica, passando a un'impostazione dinamica del "sistema cervello", che si modifica attraverso l'interazione delle sue strutture percettive "anatomiche", con le informazioni provenienti dall'ambiente. E da qui che si sviluppa il paradigma bio-psicosociale, illuminante tanto per spiegare l'eziopatogenesi quanto per formulare strategie di intervento.
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