Prendo a calci il sole. Bahia, i bambini, la strada

Prendo a calci il sole. Bahia, i bambini, la strada

Clara ha nove anni, vive nelle strade del Pelourinho, il quartiere storico e turistico di Salvador, capitale della Bahia, stato nel nord-est del Brasile. Con lei c'è la sorella Elizabete, che ha cinque anni, e qualche volta la madre. Vende collane e braccialetti, e teme che un giorno dovrà vendere il suo corpo proprio come fa sua madre. Marcelo ha dieci anni e, come la sua famiglia è, un cosidetto sem terra, i poveri che, non avendo denaro per acquistare terreno, possono solo costruire le loro baracche sui cigli delle interminabili strade dell'interno della Bahia. Andrè ha diciannove anni; da sei anni fuma marijuana e crack. Vive per strada e per poter soddisfare la sua dipendenza è entrato a far parte di una gang locale che traffica droga. A quattordici anni viene arrestato per la prima volta. Felipe è stato affidato ad un orfanotrofio con i suoi due fratelli più piccoli quando aveva circa sei anni, dopo che il padre li aveva rinchiusi dentro la loro baracca per intossicarli e ucciderli con il fumo prodotto dai fagioli lasciati a bruciare sul fornello. Sono solo alcuni tra le tante giovani vittime innocenti delle iniquità laceranti della Bahia, terra di contrasti fra ideali e crudele realtà, tra chi si può permettere il lusso di un'infanzia e chi no. Qui, insieme ad altri, racconteranno le loro storie. A far da preambolo a ciascuno di questi racconti, c'è un differente articolo di legge.
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