Sviluppo, merito, competenze, occupazione. Come valorizzare le risorse umane per attraversare la crisi e accompagnare la ripresa
In questi mesi il processo di trasformazione produttivo incrociato con gli effetti della crisi economico-finanziaria sta impattando in modo allarmante sulle realtà aziendali e di conseguenza sul tessuto sociale. La fase di trasformazione sta toccando gradi di intensità elevati che si stanno orientando verso approdi le cui caratteristiche non sono ancora completamente delineate e prevedibili. In tutta Europa aumentano i casi di ricorso agli ammortizzatori sociali con le aziende che vivono processi di trasformazione e ristrutturazione, che hanno come conseguenza inevitabile tagli ed esuberi di personale. Le previsioni fatte da quasi tutti gli Istituiti nazionali ed internazionali economici concordano nel prevedere una ripresa ancora lontana a cui bisogna aggiungere che con ogni probabilità quando avverrà questa non sarà per tutti, ma per quelle imprese che in questi anni hanno mantenuto una certa competitività, puntando su innovazione, ricerca, qualità. Anche il concetto stesso di lavoro, la sua qualità, le professionalità, la formazione, le competenze e le conoscenze richieste avranno connotati e profili diversi, con prevedibili rischi per chi esce dal mercato del lavoro con professionalità "deboli". Per assicurare nuove prospettive di crescita al modello economico locale vi è l'esigenza di ripartire dal tema del lavoro e della coesione sociale, come perno e base per uno sviluppo economico produttivo e sociale sostenibile.
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