Regolare le nuove forme di impiego. Esperimenti locali di flexicurity in Europa
Da tempo in tutte le economie avanzate si sono diffuse forme d'impiego diverse da quella divenuta dominante con l'affermarsi della produzione standardizzata di massa, di volta in volta definite atipiche, precarie, nuove, non-standard, non tradizionali, flessibili. Vi rientrano il lavoro a part-time, i contratti a termine, il lavoro temporaneo fornito da agenzia, le collaborazioni a progetto e altre forme di lavoro autonomo, il lavoro a domicilio, il telelavoro. Attraverso una ricca analisi comparativa condotta tra il 2000 e il 2004, il libro si interroga sui modi in cui in diversi contesti istituzionali europei si è cercato di regolare a livello locale, e in modo concordato tra gli attori localmente rilevanti, queste forme non-standard di occupazione, nell'intento di conciliare esigenze di flessibilità delle imprese e diritti di sicurezza dei lavoratori. Dopo un'indagine, dai risultati per molti versi sorprendenti, su come le imprese valutino il ricorso alle forme flessibili d'impiego, gli autori presentano in sei studi regionali condotti in Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna, un ampio ventaglio di esperimenti locali di regolazione e innovazione sociale, discutendone successi e fallimenti, limiti e opportunità aperte.
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