Piano locale. Nuove regole, nuovi strumenti, nuovi meccanismi attuativi

Piano locale. Nuove regole, nuovi strumenti, nuovi meccanismi attuativi

L'interrogativo su quali siano gli strumenti a cui fare riferimento per un efficace governo delle trasformazioni in corso nella città e nel territorio contemporanei, e di quali contenuti irrinunciabili tali strumenti debbano farsi portatori, prende spunto dalla constatazione dell'inadeguatezza del modello di piano urbanistico della legge del '42, oggi ancora in uso in Italia: strumento onnicomprensivo che unisce l'indeterminatezza temporale al grande dettaglio progettuale, imponendo vincoli con validità quinquennale e garantendo diritti di durata illimitata, in modo arbitrario e ineguale, per ogni singola parte di territorio comunale, concepito per regolare l'espansione della città, rigido rispetto alla complessità delle dinamiche di trasformazione, inefficace rispetto alle modalità di attuazione, avendo di fatto perso il principale strumento operativo (l'esproprio), sul quale fondava la propria efficacia. Gli strumenti di pianificazione, i livelli di competenza e le modalità di interazione; i nuovi contenuti disciplinari del piano locale; il regime immobiliare o, meglio, i meccanismi con cui la pianificazione e l'attuazione si misurano con esso; questi, sinteticamente, i temi fondamentali sollecitati dalla riflessione sul governo delle trasformazioni in corso nella città e nel territorio contemporanei e che costituiscono, non a caso, le tre questioni cruciali poste al centro del lungo processo di riforma avviato con la proposta dell'INU nel 1995.
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