La secolarizzazione in questione
Come dice Hermann Lübbe, il processo di secolarizzazione, dopo l'Illuminismo, pur impregnando i presupposti giuridici e sociali della religione, non ha coinciso con processi di dissoluzione della religione stessa: anche in ragione del fatto che un soggetto liberato dalla religione non è un soggetto liberato dai problemi della vita ai quali le forme della vita religiosa offrono una risposta. Proprio questa sembra oggi la consapevolezza che più si fa strada costringendoci ad affrontare, su basi del tutto nuove, la questione di che cosa sia una società secolare. In tal senso, molte teorie sociologiche contemporanee della religione hanno riproposto la questione della secolarizzazione indagandone le molteplici dimensioni, le particolarità storico-nazionali, al punto da giungere ad una tesi quasi paradossale: la secolarizzazione ha poco a che fare con il declino della religione. Anche nelle realtà più secolarizzate infatti l'esperienza religiosa, che deriva da quella che Taylor chiama "attitudine religiosa autonoma", dal fatto cioè che la religione sia a tutti gli effetti un "universale antropologico", conserva una sua vitalità creando forme nuove e originali. Infine, nella misura in cui oggi la sociologia ritrova un più adeguato orizzonte realistico e relazionale la religione viene riscoperta nella sua funzione di legittimazione delle istituzioni. I presupposti e la sostanza delle cosiddette società secolari rinviano, in questo senso, a qualcosa che secolare non è.
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