Lavoro flessibile e forme contrattuali non standard nel terzo settore
Il progressivo percorso verso la flessibilizzazione del mercato del lavoro apre interessanti spunti di riflessione rispetto alla diffusione di forme contrattuali atipiche nel Terzo settore dove il lavoro atipico sposa motivazione filantropica e competenza professionale. Contrariamente a quanto avviene nel settore profit, sono proprio le motivazioni intrinseche dei lavoratori del Terzo settore a trasformare una condizione di svantaggio (il contratto a termine) in una risorsa per l'azione, individuale e collettiva. Lo studio che si presenta in questo volume nasce da un'indagine multidisciplinare svolta dall'Associazione Nuovi Lavori per l'Isfol e si propone di analizzare, con metodo qualitativo, le condizioni contrattuali dei lavoratori non standard all'interno del Terzo settore a sei anni di distanza dall'applicazione della legge 30/03 e dal suo relativo decreto attuativo. La tesi proposta dagli autori è che il mix tra fattori strutturali legati al mercato del lavoro, alle forme contrattuali flessibili e alle specificità del settore non profit abbia diversamente caratterizzato il lavoro non standard: per i lavoratori del Terzo settore, un contratto di lavoro flessibile non rappresenta sempre e necessariamente un vincolo ma si può trasformare in risorsa di capitale sociale.
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