Willard Van Orman Quine
Ad un secolo dalla sua nascita, possiamo ben concordare con Peter Strawson, che ha definito Willard Van Orman Quine uno dei filosofi più influenti del Novecento. Paradossalmente, però, Quine è stato uno dei filosofi più influenti anche e soprattutto per le sue sconfitte. La necessità di cercare modi sempre più sofisticati di replicare alle brillanti critiche quineane ha consentito alla riflessione successiva di conquistare nuovi territori, che hanno aperto la strada a quelle sconfitte. Le sue posizioni radicali e talora provocatorie (come il rifiuto dei significati, la critica alla distinzione tra analitico e sintetico o il fisicalismo) hanno rappresentato sfide che, indipendentemente dal fronte dei vincitori, hanno permesso un progresso inaspettato degli strumenti e dei risultati. L'epistemologia naturalizzata, ad esempio, sembra oggi essere l'unica strategia per integrare epistemologia filosofica e scienze cognitive, e il sostituto nominalistico che Quine propose per la teoria degli insiemi, la mereologia estensionale, si sta rivelando un linguaggio utilissimo per costruire modelli informatici e cognitivi. In questo volume viene pubblicata una conferenza inedita di Quine e alcuni saggi che fanno il punto della situazione sulla sua eredità, concentrandosi soprattutto sul nominalismo, la naturalizzazione dell'epistemologia e la teoria del significato. Completa il volume una bibliografia aggiornata degli scritti di Quine.
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