Il sogno. Dalla psicologia analitica allo psicodramma junghiano
Il sogno costituisce secondo Carl Gustav Jung un'espressione naturale e spontanea della forza vitale dell'individuo. Il sogno, in altre parole, è come un teatro interiore, in cui "chi sogna - scrive Jung - è scena, attore, suggeritore, regista, autore, pubblico e critico insieme". Tenendo aperto il dialogo su un duplice versante, quello della teoria e quello della prassi clinica, il volume presenta una panoramica di scritti, opera di psicologi analisti, di studiosi dei fenomeni onirici e di psicodrammatisti, i quali mettono in luce - da un lato - alcune questioni teoriche fondamentali relative all'interpretazione del sogno e - dall'altro lato - alcuni aspetti del lavoro clinico sul sogno nell'esperienza analitica individuale e nei gruppi di psicodramma a orientamento junghiano. La prima parte del volume si rifà alla presenza del sogno nelle culture antiche - dai riti di incubazione dell'Antico Egitto ai templi di Asclepio nel Mediterraneo, il cui culto è qui rivisitato alla luce della psicologia analitica - e a quanto la psicologia analitica stessa nella storia dell'umanità abbia sempre trovato nutrimento e materiale di studio comparativo. La seconda parte tratta dell'interpretazione del sogno nell'ambito della teoria e della prassi della psicologia analitica, tentando di rispondere a una serie di interrogativi. La terza parte entra nell'ambito del lavoro sul sogno nello psicodramma junghiano.