Il mondo che abbiamo in comune. Lo spazio politico globale: contributo per un «dizionario mentale» della globalizzazione
La "globalità" viene percepita come la nuova condizione esistenziale dell'umanità, tanto dagli studiosi quanto dal comune sentire della gente. Il punto di vista specifico scelto in questo lavoro si concentra sulla opportunità di riflettere su di un lessico della globalizzazione, sulla base dell'idea che, in una fase di intense trasformazioni, un programma di comprensione della realtà possa prendere le mosse proprio dalle parole e dai concetti, considerati come le tessere del mosaico composto dai processi di "costruzione sociale della realtà". Il punto di vista politologico su tali processi viene qui articolato sulla base della scelta di quattro lemmi tra loro interconnessi, in grado di restituire la visione di rilevanti profili della condizione globale. La società civile globale emerge come la cornice planetaria entro cui si definisce lo spazio sociale e politico; il termine governance descrive i processi di trasformazione di carattere organizzativo, territoriale, istituzionale dello spazio politico, esemplificati dall'esperimento politico e istituzionale in progress dell'Unione Europea; la sfera pubblica globale si configura come lo spazio cognitivo e simbolico "in-comune" per la legittimazione democratica della governance globale; con cosmopolitismo o "glocalismo etico" ci si riferisce invece al tema delle identità culturali e politiche, ora orientate in senso post-nazionale, ovvero radicate nei diversi contesti locali.
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