La comunicazione della moda. Significati e metodologie
Lo sviluppo della Rete come straordinario mezzo di comunicazione di massa ha sconvolto i canoni classici su cui questa si basava. E, allo stesso tempo, con l'aumento delle notizie una massa di nozioni inesatte, urlate, confuse, ha stravolto il modo di informare fino a saturare il consumatore finale che è continuamente sottoposto a bombardamenti urlati di novità di ogni genere: di prodotti, figure, sensazioni. In questo mondo rinnovato e, allo stesso tempo, profondamente cambiato dall'attentato alle Due Torri, il primo momento di vera paura passato dal mondo occidentale dalla fine della seconda guerra mondiale, è necessario rivisitare modi e tempi della comunicazione. Per renderla efficace, per sfruttare al massimo le novità, per innovare dall'interno un palare della moda che è diventato - quasi dall'oggi al domani - desueto. In poche parole la moda cambia ma il suo fraseggio è invecchiato. Secondo le leggi della moderna semiologia possiamo dire che nella baraonda di suoni che arrivano di ora in ora all'orecchio non siamo più in grado di distinguere il tintinnio dei dettagli. Tutto diventa vecchio, tutto sembra uguale. Un problema si pone dunque. Rinnovare la capacità di osservazione dei fenomeni per ricominciare a distinguerli e ridare in mano a chi comunica per mestiere, sia esso un giornalista, un addetto stampa o uno studioso di pubblicità un alfabeto nuovo dal quale trarre nuove frasi e nuove espressioni.
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