Più lontano di lontano, più vicino di vicino
Davide, musicista 70enne, chiamato il Maestro, perde la memoria dopo aver subìto un furto e dopo che la moglie Daniela se ne è andata inspiegabilmente. Per cercare di trovare sua moglie e il ladro del suo passato assolda uno strano investigatore, Testa (imparentato a suo dire con gli aquiloni) il quale, dopo aver raccolto informazioni inutili ai fini dell'indagine, decide di rivolgersi all'Arcangelo Gabriele perché lo aiuti a fare un viaggio nel passato di Davide e di sua moglie. Chiede che gli faccia da guida (per intercessione dell'Arcangelo incontrato una notte in cima al campanile di San Marco a Venezia) il Tempo, un'entità costituita da un cappuccio e un mantello, entrambi assolutamente vuoti. Accompagnato da questo Virgilio, Testa risale le rotaie del tempo fino al 1962 e assiste ad alcuni episodi della vita dei coniugi: il primo approccio amoroso, i litigi, lo sfratto dalla prima casa, la malattia iniziale di Daniela, le sue assenze mentali dovute a una leggera forma di epilessia. L'investigatore, grazie alle sue facoltà, fa visita all'interno dei cervelli di Davide e Daniela, destreggiandosi in mezzo a foreste di neuroni. In qualche modo "dialoga" a senso unico con il Tempo, il quale lentamente va prendendo forme orribilmente umane. Tornati al presente senza importanti indizi in tasca, il sospetto di Testa cade sul Tempo ma alla fine di un inseguimento notturno per le calli di Venezia, quest'ultimo confessa di non essere lui il ladro del passato ma di essere semplicemente la Befana della Morte. Di lì a breve un episodio chiarirà tutta la vicenda e il delicato finale è a sorpresa.
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