Pelle di serpente
Pelle di serpente: "Il tempo dell'infanzia è la pelle di serpente che non ho, forse, mai del tutto abbandonato. Ho sperato che gli anni me ne liberassero, ne avevo quasi la conferma quando scoprivo con sollievo di non ricordare più un cognome, una data, un luogo di vacanza... Ma puntualmente la squama luccicante di un ricordo era ancora lì, incollata a me, ostinata ed inutile". Simona Ferrazzi esordisce con un romanzo crudo che racconta di un'infanzia tradita, di occhi che cercano amore, di un cuore che smette di sperare, dell'inaridirsi di un'anima costretta a vivere in un deserto di affetti. Crudo perché non passa attraverso alcun procedimento di purificazione, un mosto denso e torbido che fermenta nella pancia del lettore, mettendolo a parte di sentimenti profondi e verità impossibili da immaginare. "The time of childhood is the snakeskin that I have, perhaps, never wholly forsaken. I hoped that the years would release me, I almost confirmed it when I discovered with relief to not remember a surname, a date, a place of vacation... But punctually the gleaming scales of a memory was still there, glued to me, obstinate and useless. " Simona Ferrazzi begins with a raw novel that tells of a betrayed childhood, eyes that seek love, a heart that stops hoping, the drying up of a soul forced to live in a desert of affections. Raw because it does not go through any purification process, a dense and cloudy must that ferments in the belly of the reader, putting it to part of deep feelings and truths impossible to imagine.
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