L'apologia della sofferenza
L'apologia della sofferenza: Un cuore che stenta, sangue, un polmone senza ossigeno, un ospedale di notte, un teatro di provincia, l'eco d'un decesso, un viaggio, dei confini, poesia, un pizzico di religione e a tratti venature grottesche. A una prima occhiata "L'apologia della sofferenza" ha tutte le carte in regola per configurarsi come un romanzo da hit parade, come un giallo denso di mistero, o come una dichiarazione d'amore. Quello che sappiamo di certo è che alla fiera dell'Est venne comprato un topo dal padre di qualcuno, che ovviamente quel topo fece una brutta fine, ma a quanto pare non fu l'unico, e che lassù da qualche parte, e in maniera democratica a seconda della giurisdizione, qualcuno esiste, vede, provvede, e alle volte piange pure, senza nessuno gli abbia mai consigliato di andare in psicoanalisi. Già, pensandoci, che colpa ne ha lui se non siamo capaci a comunicare, se per salvarci la vita abbiamo spesso bisogno di uccidere un altro uomo, e se il jazz, in fondo, rimarrà sempre incompleto. A heart that stings, blood, a lung without oxygen, a hospital at night, a theatre of the province, the echo of a death, a journey, boundaries, poetry, a pinch of religion and sometimes grotesque veining. At a first glance "The apology of suffering" has all the papers in order to be set up as a novel by Hit Parade, like a mystery dense yellow, or as a declaration of love. What we do know is that at the East fair a mouse was bought from someone's father, who obviously that Mouse had a bad end, but apparently was not the only one, and that up there somewhere, and in a democratic manner depending on the jurisdiction , someone exists, sees, provides, and sometimes cries as well, without anyone has ever advised him to go into psychoanalysis. Yes, thinking about it, what's wrong with him if we're not able to communicate, if to save our lives we often need to kill another man, and if jazz, after all, will always remain incomplete.
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