Io ho visto

Io ho visto

Io ho visto: Il carcere è quel luogo «dove l'unica cosa che si dovrebbe perdere, e non si perde, è la memoria di ciò che è stato prima». Così si esprime uno dei tanti detenuti le cui lettere compongono, come stelle di un firmamento minore, questo intenso libro. Non esiste infatti muro tanto alto e ben protetto o serratura tanto sofisticata da riuscire a tenere fuori ciò che è stato prima: la vita da uomini liberi, più o meno recente che sia, e, soprattutto, le persone che l'hanno animata. Poco importa se i protagonisti di queste storie non hanno nome, se prima di essere detenuti erano tassisti, panettieri o boss della malavita. Identiche sono le condizioni all'interno delle mura carcerarie, come identici i sentimenti che li muovono. Solitudine, frustrazione, rimpianti vengono però mitigati dal semplice atto di scrivere, mettendo nero su bianco i propri desideri - dai più concreti, ai sogni spesso irrealizzabili certi che dall'altra parte ci sono occhi che leggeranno e una penna pronta a rispondere sempre.
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