Del singolar tramonto d'un ducato
L'autore di questo singolare poemetto (che è bensì prevalentemente erotico ma a ben valutare include anche non proprio remoti spunti e riferimenti di carattere in fondo politico) è personaggio di lungo corso, il quale a comporre versi nelle ormai desuete (ma pur sempre non spiacevoli) forme dell'endecasillabo, si è bensì spesso divertito, ma nella vita ha fatto tutt'altro, e frequentemente in posizioni di rilevante responsabilità. Col suo nome reale non ha mancato di lasciare dietro di sé, in diecine di anni di intenso lavoro, libri e saggi vari, alcuni anche autenticamente interessanti. Ha avuto ed ha peraltro validi motivi personali per non farsi oggi riconoscere nell'inusitata veste di compositore singolarmente licenzioso, in versi che sempre e soltanto ha redatto sub specie di innocuo passatempo proprio: d'un passatempo che, sepolto in un cassetto per anni, sul finire della propria esistenza ha ritenuto poi di rendere disponibile anche per quanti, sulla scia di antiche e ben più illustri tradizioni di poesia erotica italiana, non si dispiacciano di vederla in qualche modo rinnovata.
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