Un giorno piangerai di gioia
Il destino di Loretta si delinea fin dalla tenera età, nell'ambito della famiglia oppressa da un padre-padrone e sconvolta da vicende drammatiche. L'iniziale collocazione storica nel periodo dell'impegno partigiano maturato nell'agonia del fascismo, documenta con coinvolgente realismo la sua scoperta della ferocia della guerra e l'immane lotta per la sopravvivenza in un rifugio antiaereo. Nel successivo sviluppo di una sensibilità estrema, costretta dagli eventi a continue scelte, si isola in una sofferta solitudine. Liberatasi da un matrimonio angoscioso e da un amore deludente, rinasce alla vita viaggiando per il mondo con un'amica. Come in un reportage fotografico, sfilano immagini fantastiche ed altre di realtà crudeli. Il ritorno nella solitudine le riporta la voce del clone razionale, l'alter-ego che compendia le regole sociali, specie quando scivola in un'intermittente insanità mentale, acuita dallo sconvolgimento per un amore vissuto intensamente in età matura. L'età in cui non si deve amare, secondo la corrente opinione ancorata agli stereotipi, fino a innescare funeste infamie individuali e collettive.
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