Le verità con le gambe storte
"Beato l'uomo che sa ridere di se stesso, non finirà mai di divertirsi". Con tale motto l'autore suggella quest'opera così particolare, un mosaico che si snoda attraverso una serie di racconti, dedicati alle persone che hanno attraversato la sua esistenza. Persone, non personaggi, e proprio qui risiede la loro forza: nella vividezza di questi venticinque ritratti, realizzati con poche eppur efficaci pennellate, colti nell'immediatezza del momento. Con loro e attraverso di loro emerge con sempre maggiore limpidezza l'immagine dell'io narrante, che il lettore segue fin dal primo vagito, alternando sentimenti di curiosità e meraviglia a un misto di tenerezza e simpatia, nel vedere le stravaganti soluzioni adottate per far fronte alla sua condizione di disabilità; ma poi se ne dimentica in fretta, affascinato dal racconto di quei frammenti di vita vera che percorrono sessant'anni di storia italiana. Ed è proprio in questo, nella potenza di un'ironia capace di smussare gli spigoli contro cui la vita spesso sembra volerti lanciare, che risiede la più grande verità, con le gambe storte senza dubbio, che il romanzo sa offrire.