Il labirinto di Samarcanda
"Sono partito da una considerazione filosofica sulla nostra condizione umana: la nostra vita è un labirinto di cui sono fissati e indipendenti da noi l'ingresso e l'uscita, siamo però noi che decidiamo quali direzioni prendere ai vari incroci sulla base delle nostre esperienze e dei condizionamenti ambientali. L'appuntamento è comunque sempre con l'uscita, Samarcanda, potremo arrivarci in 20 o in 100 anni, a seconda delle nostre scelte. Occorreva poi ambientare il racconto in un periodo storico, ho scelto gli anni di piombo dal 1970 al 1977, prima di tutto perché li ho vissuti intensamente, secondo per dare drammaticità e consistenza alla storia. Mi sono lasciato condurre per mano e alla fine mi sono accorto che ne è scaturito anche un pesante atto di accusa al nostro sistema politico, rendendo l'opera drammaticamente attuale".
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