Edificazioni
Con la narrazione della propria infanzia e adolescenza, l'autrice ci conduce in un processo di disgregazione interiore. Elementi determinanti di esso sono: la mancanza o la precarietà dei riferimenti affettivi e la graduale perdita di senso del linguaggio. È un processo simmetrico: alla protagonista è dato un mondo dove i sentimenti non sono rassicuranti e autentici, così questo stesso mondo finisce per possedere solo parole vuote. In questo scenario in cui tutto sembra perduto, c'è tuttavia una via di fuga non cercata né voluta: se niente è credibile nella realtà, tutto è possibile nella dimensione autonoma della mente. Le immagini della realtà sottratte all'ossessione di un inquadramento razionale e lasciate libere di fluire nella nostra mente, riacquistano la possibilità di coinvolgerci come verità autentiche. A un mondo "certificato" ma insignificante si sostituisce in maniera imprevedibile, in un processo che è al limite della creatività e della follia, un mondo solamente possibile ma non per questo meno vero.
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