L' arverno

L' arverno

"Nacqui celta del popolo degli Arverni": inizia così il racconto-resoconto che lo scrittore Orgetorige indirizza a Gaio Ottavio delle vicende a lui occorse anni addietro, che lo avevano portato prima a conoscere e successivamente a servire direttamente Caio Giulio Cesare. La narrazione, tumultuosa e incalzante, si articola in quattro parti: nel capitolo iniziale il protagonista descrive il periodo trascorso nel piccolo villaggio sui monti dell'Arvernia, l'iniziazione all'amore da parte di una donna adulta e quindi i fatti che lo condussero accanto al celebre re degli Arverni Vercingetorige come interprete, in quanto conoscitore sia della lingua greca che di quella latina. Orgetorige si trovò perciò coinvolto in pieno nella rabbiosa rivolta delle variegate e frammentate tribù galliche, finalizzata a cacciare l'invasore romano dalla terra di Gallia. Partecipando a tutte le azioni militari intraprese da Vercingetorige ebbe modo di testimoniare gli orrori e le nefandezze intrinseche alla guerra senza quartiere che deflagrò nei suoi territori. Improvvisamente, la svolta: durante l'assedio della città di Avarico Orgetorige cadde prigioniero dei romani.
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