Danzando con i fantasmi
"Scrivere poesie diventa fare poesia quando essa diviene terapia, una pausa da tutto il resto, come il fumare una sigaretta. Così, nell'attimo in cui la creazione trova il suo sfogo, si combattono i fantasmi, le paranoie. La poesia trova il suo compimento nel venir messa su carta; una carta magari stropicciata, macchiata d'inchiostro - l'inchiostro, le lacrime dell'occhio interiore - in un processo che diviene ricerca di senso, esorcismo e ribaltamento: in quest'ottica, anche un cielo grigio può apparire idilliaco, anche una grigia pietra può luccicare di una strana bellezza, anche i fantasmi più oscuri possono essere nostri compagni di viaggio. La poesia nasce dalla solitudine dell'anima e sfocia nella solitudine dell'uomo, ma il poeta compone non per crogiolarsi, ma per trovare se stesso e, magari, ritrovare anche qualcuno di coloro che hanno già terminato il proprio viaggio - uomini o fantasmi che siano" (Dalla prefazione).
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