In nome di Dio
Gironzolando nel suq di Khan el-Khalili, una giovane archeologa viene violentemente urtata da un uomo in fuga. Il poveretto, vestito di vecchi e sporchi stracci, non le concede il tempo di capire cosa sia successo che già scappa via, lo sguardo pieno di terrore, lasciando Susy interdetta e con uno strano fagotto sulle gambe. Istintivamente la ragazza lo nasconde nel suo zaino; non è l'intuito a suggerirle di farlo, quanto l'innata curiosità propria di chi "scava" nella storia alla ricerca di nuove conoscenze.
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