Uccidendo Dio
"La mia vita è stata caratterizzata da convulsioni che hanno capovolto il mio modo di leggere e interpretare gli accadimenti, sovvertendo i miei sensi e mostrandomi il vero aspetto delle cose". Una serie di "convulsioni" scandiscono le tappe della vita del protagonista. Lo vedono bambino, sfrontato e smanioso di sfidare gli obblighi imposti dal mondo degli adulti, adolescente alle prese con droga e rischio, che celebra la vita come un eterno funerale, e infine adulto che decide di sottrarsi alle seduzioni del sistema per affermare una morale del tutto soggettiva, in una progressiva presa di coscienza contro l'omologazione e a favore della diversità. Un testo provocatorio, dissacrante, polemico, a tratti oltraggioso, un dialogo familiare con il lettore che diventa quasi un flusso di pensieri, in un continuo rimando fra prosa e versi, l'autobiografica testimonianza di quanto sia arduo sentirsi parte integrante della società.
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