Carlotta e i Barbablù
L'irrazionalità, la bellezza, il dolore, l'entusiasmo, il colore, il paesaggio, il legame, il silenzio... quanti sostantivi possono essere usati per parlare d'amore? E tra gli aggettivi, come scegliere quelli più adatti? Dove andare a prendere le parole, quando tutto quello che accade è così intimamente inesprimibile? Eppure, Carlotta e Gabriele, i personaggi di questa intensa storia, esistono, li possiamo sentire, toccare, mischiarci a loro, a quei corpi così disorientati, se distanti... senza capire, senza riuscire a spiegare quali assurde corde leghino due piccole vite pendolari. E quindi, la ricerca di parole "giuste" crolla, svelando l'impossibilità di rinchiudere un amore nelle regole di una grammatica sociale troppo rigida per Carlà bimba, ragazza e donna incantata, quasi magica, dove la sofferenza trova sempre la catarsi. "Carlotta e i Barbablù" non dà risposte, è un testo da cui stare alla larga se si cercano morali e spiegazioni, scritto in modo sincero e con una penna agile.
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