Ictus
"La poesia di "Ictus" ha un impeto demistificatorio diretto anzitutto contro le sicurezze e la moralità dei dormienti, dei borghesi. L'insonne poeta viene a bussare nel cuore della notte alle loro persiane, facendo irrompere il contenuto insolito e spiazzante delle proprie visioni senza requie. L'assenza di sonno produce anzitutto uno sguardo sempre aperto, che divora, come un acido, l'apparenza fenomenica nella quale si avvolge la cosa in sé, incubo e succubo dell'idealismo sognante di ogni dormiente. D'altra parte, però, questo tipo di sguardo non può dar luogo ad alcun realismo: l'azione corrosiva esercitata sul sembiante della cosa continua anche sulla cosa stessa, fino a consumarla completamente, come a dire che la demistificazione si protrae oltre il proprio stesso limite, risolvendosi infine in nullificazione." (dalla prefazione)
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