Metto il pensiero in lavatrice
"Mi limito a sottolineare il potere suggestivo (per me, segno inequivocabile del valore universale del linguaggio poetico) delle poesie di Valentina nel richiamare antiche parole che rimangono sopite nella memoria. I versi di Valentina: "Smetti di essere spettatore inerte, della tua vita, e impara a respirare", per esempio, mi hanno rimandato a quelli di Nazim Hikmet nella sua ultima lettera al figlio Mehemet: "Non ci si può saziare della vita, Mehemet, non ci si può saziare, non vivere a questo mondo come un inquilino". E ancora, quello che suona come il "programma di vita" di Valentina nell'ultima poesia: "non importa concentrarsi troppo sulla meta, se trascuriamo durante il cammino, noi e chi ci è vicino (...) Che io possa essere per chi incontro lungo la strada, letto per chi vuole riposare, sedia per chi non riesce a camminare" mi rievoca Luigi Pintor in Servabo: "Non c'è in una intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi." (dalla prefazione)
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