La riforma della società. Proposta di un modello societario in cui i lavoratori non sono considerati dipendenti ma risultano anch'essi proprietari
In questo saggio l'autore presenta un modello di società, diverso da quello di tipo capitalistico, in cui il guadagno di un'impresa è assegnato solo al capitale "senza tenere nella dovuta considerazione l'attività prestata da coloro che hanno partecipato alla realizzazione dei risultati ottenuti". Occorre, invece, considerare il lavoro dell'uomo come un fattore della produzione e perciò inserirlo nella ripartizione del reddito di un'impresa, perché ha contribuito alla sua realizzazione, insieme al "capitale" e agli "imprenditori". I lavoratori sono persone aventi diritto di autonomia, propria dignità e aspirazioni e collaborano attivamente nel processo produttivo. Pertanto essi non sono e non devono essere considerati "dipendenti" al servizio dei possessori di capitali, ma "consociati" con tutti i soggetti che forniscono un apporto alla produzione. E "questa più diretta partecipazione al conseguimento dei risultati da parte dei lavoratori potrebbe trarre un sicuro bene cio a vantaggio di tutto il sistema economico".
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