La doppia identità
Nella mia memoria v'è da sempre radicata l'idea dell'ideale, di quel qualcosa per cui, nella fantasia, si potrebbe e si dovrebbe arrivare all'estremo sacrificio di se stessi. Nella realtà la cosa si è sempre dimostrata più difficile del previsto... come in una bolla di sapone, il gesto eroico veleggia nell'etere, tenta di uscirne per trasformarsi in cosa concreta, ma poi... troppe responsabilità mi tenevano avvinghiato a terra, troppe le cose, materiali ed affettive oltre che di modo nel vivere, da perdere. Per questo mi sono ritrovato a scrivere quello che non sono mai stato capace d'essere... o forse no; forse aver saputo chinare la testa è stato più duro e impegnativo, se non coraggioso, che non l'alzarla per reagire, se la reazione avesse poi portato a dei danni, se non maggiori, molto più pesanti da sopportare. Nel mio romanzo l'eroe non è un uomo, ma è altresì il senso di giustizia, è la lealtà, il saper affrontare le avversità con forza e decisione... Nel romanzo, il soggetto riveste di volta in volta personaggi umani che si son trovati in contesti già predisposti nel momento in cui essi stessi vi approdavano".
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