Ali di burro

Ali di burro

Desideravo essere una farfalla blu e nera, con le ali grandi per poter volare in alto e con il corpo sottile e leggero per potermi posare su ogni fiore profumato senza fargli sentire il mio peso. Desideravo essere silenziosa e impercettibile come qualcosa che non esiste, camminare per la strada e non pesare sull'asfalto o sul cemento, passare in mezzo ai piccioni e non scuoterli di paura né farli alzare in volo. Desideravo essere al di sopra di tutto e di tutti, al di sopra di quel fango che vedevo intorno, così io non mi sarei sporcata, ma sarei rimasta pulita e intatta, e nessuno mi avrebbe fatto male". Magra, magrissima, sempre di più, la giovane protagonista racconta la sua malattia, i giorni, i mesi, gli anni passati a vomitare tutto il cibo, tutta la rabbia, tutta la solitudine. Intimo, femminile, viscerale, un monologo in cui si respira tutta l'urgenza dell'amore, divorato, sognato, atteso ed in cui l'incanto e il desiderio per la vita si rincorrono.
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