Sangue indiano

Sangue indiano

Missouri, fine Ottocento. Karen Oswald, figlia di un potente senatore di Boston, è una giovane donna bianca che, disattendendo gli ordini e il volere della sua famiglia, sposa un Nativo americano, Yakawa, della tribù dei Sioux Oglala. Karen viene subito allontanata dalla famiglia, che non può sopportare un affronto del genere né accettare il disonore che quella notizia, se sparsa in città, recherebbe con sé. Karen trasmette la sua passione per le immense praterie e la libertà a sua figlia Isabel, che, educata come gli indiani e cresciuta in mezzo a loro, si sente a tutti gli effetti una Sioux. Ma alla morte di Karen, Margaret Oswald, la determinata nonna di Isabel, assolda un militare corrotto per rapire la nipote quindicenne e portarla a Boston, dove crescerebbe secondo i canoni che la buona società dell'epoca impone. Inoltre, durante il rapimento i soldati feriscono gravemente Nankùn, il giovane Sioux promesso sposo di Isabel. A Boston comincia per la ragazza una vita di ribellione, non accetta le regole imposte in casa Oswald. Pur dopo essere stata rinchiusa in un istituto correttivo, Isabel mantiene la sua fierezza e il suo coraggio e cercherà in ogni modo di tornare nelle praterie, la sua vera casa, tra gli Oglala, alla ricerca di Nankùn, divenuto un temuto capo indiano.
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