Graffiti
L'autrice porta alla luce la dimensione pagana, sostrato latente della nostra cultura. Protagonista è l.antica madre, le dee che hanno popolato per secoli l'ideale di molte religioni. La Pisottu non dimentica la forte base sincretistica del clima intellettuale europeo, cioè la capacità insita in molte civiltà di rielaborare e assorbire idee e manifestazioni talvolta apparentemente inconciliabili. In questa sua terza prova poetica risale i secoli, supera le dimensioni spazio-temporali per proporre dei ritratti vividi. La summa dei tratti totali ci riporta ad un'idea di perfezione e sacralità. Al centro della raccolta tra i tanti profili ce n'è uno più generale, quello della "Grande Dea", espressione dell'energia femminile universale, della fecondità, simbolo di un prototipo di società estinto, quello dei primordi, dell'assetto matriarcale.
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