Orti

Orti

Racconta Prospero nella "Tempesta" shakespeariana che il mondo intero è un'illusione e che prima o poi il grande globo si dissolverà come questa cerimonia inconsistente. Allo stesso modo Andrea Giraudo nei suoi "Orti" presenta la stessa disillusione, la stessa consapevolezza dell'effimero nel sogno traslucido della réverie. È una sorta di esperimento metaletterario quello che mette idealmente in scena Andrea Giraudo, difficile talvolta, mai scontato o immediato, un esperimento che racconta il sogno del sognatore: l'effetto che si ha quindi, immediatamente, è di una moltiplicazione dei livelli, che nascosti dal fantasticare dell'uomo che passeggia sognante di Poe arriva fino alla decostruzione postmoderna di luoghi, cose, persone, significati. Quella di "Orti" è una dimensione minimalista, ma fatta d'attesa, fatta, citando ancora una volta Shakespeare, di quella stessa sostanza dei sogni che rende ogni cosa evanescente e impalpabile.
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