Apologo della bellezza
La bellezza è qui descritta e narrata attraverso occhi illuminati da uno stato d'animo che nasce dal cuore. L'autore va oltre i banali stereotipi del concepire il bello solo nella dimensione fisica e declinato al genere femminile. È la narrazione di una crescita interiore che, dolorosa e incessante, viene accettata dal giovane protagonista quasi come un viatico verso un'altra visione del vivere. Da un'altra ottica si possono scorgere e scoprire delle zone d'ombra. In questa autobiografia i fatti scorrono in un senso cronologico seguendo le tappe di un qualsiasi ragazzo; interessante è che il protagonista ci voglia far partecipi di come ha approfondito il suo vissuto semplice e quotidiano. La bellezza dei sentimenti condivisi con le persone che incontra durante i suoi giorni; L'Aquila che lo accoglie per un percorso professionale; i viaggi che lo incantano fino a diventare una piacevole abitudine. Ecco che tutto è trasformato nei malinconici baci; nell'amore per l'arte che diventa rifugio; in una magia che si trasforma nella fiaba di luoghi nuovi da scoprire. Fedele è consapevole della fragilità del momento in cui assapora la bellezza interiore, per questo ne fa inestimabile tesoro da condividere.
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