Piccola eternità
Il sentimento che Umberto Fortunati infonde nella sua raccolta "Piccola eternità" ha radici profonde e chiome che si protendono verso l'alto, alla ricerca di nutrimento e di una calda luce che sappiano e possano donare non solo vita, ma vita vera. Il tratto che più colpisce nell'approfondire la lettura di questa silloge è infatti l'ininterrotta aspirazione alla piena e completa comunione con un qualcosa di più grande, di più universale, che possa rendere l'autore - e ovviamente l'uomo in generale - parte di quel tutto che lo circonda e lo compenetra. La personale risposta che Umberto Fortunati delinea e offre in queste pagine si palesa nella immagine di un divino, di un Dio che viene di volta in volta invocato e concretizzato nel proprio percorso terreno: una guida, certo, ma anche il principale compagno di un viaggio che non si vuole e non si deve compiere da soli, il viaggio della propria vita.
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