Il viaggiatore del senso perduto

Il viaggiatore del senso perduto

Una soffitta immobile, cieca. Un vecchio che biascica parole e pensieri sul duro guscio di un baule cigolante, immagine di sé, forziere di ricordi, perle perdute da vite sbadate. Un giovane viandante irrompe nella scena: la casa perduta nel tempo e nello spazio l'ha lasciato avvicinare, gli ha permesso d'accostarsi a portata di tentazione. Geremia lo accoglie in un concerto di polvere e sogni, in una danza di memorie palpitanti, moribonde, lontane. Figli della stessa dannata solitudine, il ragazzo e il vecchio gravitano in un vuoto esistenziale popolato di immagini aperte come ferite della storia. Marco Filabozzi è autore di un libro di intensa sonorità, in cui le parole cercano vie alternative ai consueti percorsi discorsivi, strade non sempre semplici da percorrere, tuttavia a ascinanti, "affabulanti", suggestive. Il viaggiatore del senso perduto diventa così il lettore stesso, ipnotizzato in un viaggio conoscitivo doloroso ma anche di grande sollievo che ha come suo unico scopo l'esaltazione della vita.
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