«Karasciò» (Khorosho). L'appassionante storia di una extracomunitaria che ha lasciato il suo paese alla ricerca della sopravvivenza
Cadenza le pagine di questo romanzo una "formula sonora spirituale" che infonde coraggio, fiducia, speranza: il karasciò di Elena riecheggia nella mente del lettore, è un soffio discreto che accarezza il cuore e apre gli occhi sulla difficile condizione in cui vivono migliaia di "extracomunitari" nel nostro Paese. Elena è un'eroina, l'Ulisse del nostro tempo; è bella, intelligente, dotata di una tempra che intimorisce persino il sesso forte, tempra che non le impedisce di subire continue mortificazioni ma che le consente di uscirne sempre a testa alta. Dottoressa veterinaria in Ucraina, quando la crisi economica dilaga e ad andare avanti sono solo i corrotti e i corruttibili, Elena decide di lasciare la sua terra per conquistare una dignitosa sopravvivenza. Con il pensiero al marito e ai due figli, rimasti a casa incapaci di valutare e risolvere i problemi della famiglia, dopo un lungo e travagliato viaggio fatto in un pulmino giunge in Italia. E qui comincia l'avventura: Elena si sveste del camice del medico e indossa i panni dismessi della "serva". Una storia appassionante, commovente, fatta di umiliazioni, illusioni disattese, cattiverie gratuite.
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