Cerchi d'acqua

Cerchi d'acqua

La prima silloge di Angela Angelozzi, Cerchi d'acqua, si caratterizza anzitutto per il suo carattere squisitamente femminile e per la forza con cui la propria identità di donna è rivendicata, a discapito di quanti vogliano svilirla, bloccandola sotto il peso di una cultura millenaria, fondata su un bizzarro connubio tra razionalismo illuministico e pensiero cristiano, che ne ha sempre negato l'immagine, distorcendola. Per gli illuministi, infatti, nell'inconscio si celerebbe il male, la bestia che è in ognuno di noi, da controllare con la macchina della coscienza. In tale prospettiva la donna, simbolo per eccellenza dell'irrazionale, dell'istinto e dell'imprevedibilità, verrebbe ascritta alla sfera animale, privata, in un discorso schizofrenico allargato anche ai neonati, di identità umana. Il pensiero cristiano, da parte sua, ha invece relegato la donna alla figura di moglie/madre/Madonna del focolare domestico, negando così al femminile una possibilità di realizzazione della propria libertà e indipendenza.
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