L' impronta del leone alato. (A fame, peste et bello libera nos domine)
In una fredda mattina di febbraio del 1629, un galeone battente bandiera della Serenissima Repubblica di Venezia fa il suo ingresso nel porto di Pola. Un misterioso personaggio con il volto celato da una maschera di cuoio scende frettolosamente dalla nave e sale su una carrozza che lo sta aspettando. Arriva così a Duecastelli, nel palazzo di Jeronimus Cornèr, giudice massimo e seconda autorità gerarchica in Istria. L'incontro tra i due è traumatico, soprattutto per quest'ultimo, i cui fantasmi del passato ben presto riaffiorano durante i dotti colloqui col suo ambiguo ospite, scanditi dalle mosse di una fatale partita a scacchi. Sullo sfondo, la gran peste del 1630 e una disamina inquietante della politica veneziana nei suoi possedimenti in Istria, fra giochi di potere, intrighi e sordidi interessi.
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