Due vite all'opposto
Due vite all'opposto è un racconto vero, preciso in ogni suo particolare, a metà strada tra un diario e un'autobiografia. Il tutto inizia nei primi anni del secolo scorso, con la protagonista-narratrice, Marisa Forestiere, che racconta della vita dei suoi genitori attraverso degli scritti e poi, scandagliando nei propri ricordi, ricostruisce il rapporto drammatico tra la madre e il padre. Una relazione che ha pesato non poco sulla sua educazione, sulla propria abitudine a uno stile di vita rigido e ristretto. Quella figura di un padre ambiguo e sotto tutti i profili deludente rimane come un'ossesione, capace di alimentare a distanza di anni rancori e tristezza. Le due vite all'opposto sono quelle di madre e figlia. La prima, costretta a supplire l'assenza del marito con sforzi eccezzionali nel lavoro, soprattutto nel periodo bellico, ma anche successivamente. La seconda, Marisa, riesce a costruirsi una vita più densa di passioni, vive il periodo del boom economico, entra in una compagnia teatrale, frequenta persone di diversa estrazione sociale. Il risultato finale non è solo un racconto personale delle tappe più importanti della vita di una donna, ma anche un quadro sociale di diversi decenni di sviluppo dell'Italia, dalle mode ai primi viaggi, dai film alla rivoluzione sessuale, passando per le tante conquiste sociali, un tempo neanche sognate.