L'Agabbadora. La morte invocata

L'Agabbadora. La morte invocata

Nell'antica tradizione sarda, la "femina agabbadora" è colei che pone fine alle sofferenze di un malato terminale, su richiesta sua o dei suoi familiari. Un atto pietoso, se si considerano le atroci sofferenze del moribondo, e, allo stesso tempo, decisamente violento nella sua drammaticità. Il romanzo di Giovanni Murineddu, che ha ispirato una sceneggiatura cinematografica, ci presenta la figura di Ghjuanna Pisanu, agabbadora del paese di Muntigghjoni, e ne racconta la storia, intrecciandola a quelle delle persone che ne richiedono l'intervento. Povera gente o aristocratici che siano, tutti di fronte al male decidono di affidarsi alle sue parole e ai suoi riti, sperando così di donare pace eterna a chi ormai non potrebbe più averne. Una morte invocata che ancora oggi, e forse molto più di due secoli fa, si trova al centro di accese polemiche etiche, religiose o laiche e che non manca di far discutere ogni volta che viene affrontata.
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